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Scrivere sceneggiature è una esperienza formativa importantissima. La mia scrittura si attiene a una semplice regola: scrivi ciò che vedi. Una sceneggiatura deve tradursi immediatamente in immagini chiare e precise nella mente di chi legge.
Tutto ciò che è scritto deve essere filmabile dalla macchina da presa.
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Sceneggiatura cortometraggio (estratto)
"Mezzaluna fertile" di Franco Vigerelli
FADE IN
- EXT. STRADE DI ALEPPO EST – GIORNO.
YAASAR, barba nera, occhi neri, sui trent'anni. Cammina a
passo svelto rasente i muri delle case. Ha una tanica vuota
in mano.
SOVRIMPRESSIONE: DICEMBRE 2016 - ALEPPO EST, SIRIA.
Intorno a lui edifici distrutti, case senza tetti, macerie e
calcinacci sparsi per la strada.
Alla fine della strada Yaasar incrocia UN RAGAZZINO sui
dodici anni, trasporta con un passeggino una tanica piena
d'acqua.
YAASAR
Dove l'hai trovata?
IL RAGAZZINO
L'acqua?
YAASAR
(annuisce)
Dov'è la cisterna?
IL RAGAZZINO
Vicino al mercato.
YAASAR
Che aria tira?
IL RAGAZZINO
Cecchino al terzo piano...
Il palazzo accanto alla banca.
YAASAR
(si gratta la barba)
Merda.
Il RUMORE delle pale di un elicottero che passa, squarcia
l'aria. Gli occhi di Yaasar seguono l'elicottero. Saluta con un
cenno della testa il bambino e prosegue il cammino.
Yaasar gira l'angolo e si ferma davanti la prima casa che
trova alla sua sinistra. Guarda attraverso i vetri rotti
della cucina, poi BUSSA alla porta.
HASSAN, occhi neri, capelli ricci neri, apre la porta e si
abbracciano. Yaasar entra e chiude la porta dietro di sé.
2 -INT. CASA DI HASSAN – GIORNO.
Yaasar lascia nel corridoio la tanica, si siede sul divano
in sala. Hassan versa da una teiera due tazze di thè. Yaasar
mentre beve il thè guarda la foto sul tavolino, che ritrae
due donne sui cinquant'anni.
INT. OSPEDALE – GIORNO – FLASHBACK.
Yaasar, col camice da medico, è nel corridoio di una corsia.
Abbraccia Hassan in lacrime. Nella sala urgenze, giacciono
sulle barelle i corpi delle due donne ritratte nella foto.
FINE FLASHBACK
YAASAR
Fottuta guerra...cancella
vite in un attimo.
HASSA
Puoi dirlo forte, cugino. Quel
giorno...dovevo andarci io al
mercato.
Yaasar si alza dalla poltrona, accende una sigaretta. Gira
per la stanza, non sta fermo un secondo.
HASSAN
(continua)
Voglio andare da mia moglie a
Milano, a casa di suo fratello.
Non posso più restare qui.
Vieni via con me?
YAASAR
Quando vuoi partire?
HASSAN
Domattina. Ho un contatto al
porto di Laodicea per prendere
un cargo che va in Grecia.
YAASAR
D'accordo... A che ora?
HASSAN
Cinque in punto.
Yaasar va verso la porta d'ingresso, nel corridoio prende la
tanica vuota e con il braccio colpisce una pila di libri sulla
mensola che cadono per terra.
Si china e raccoglie un libro tascabile.
YAASAR
Eccola...la raccolta di poesie
di Salwa Al Neimi.
HASSAN
Riprenditelo. Mi sono sempre
scordato di ridartelo.
Yaasar lo mette nella tasca interna della giacca. Guarda
Hassan, sorride.
3- EXT. – STRADE DI ALEPPO EST – GIORNO.
Yaasar cammina, gli SPARI vicini di una mitragliatrice
rompono il silenzio. Yaasar si ripara dietro un'auto col
tettino sfondato, piena di pietre, ricoperta di polvere.
La sua fronte è madida di sudore.
Un' ESPLOSIONE terrificante, poi delle URLA agghiaccianti.
Yaasar corre verso il luogo dell'esplosione, c'è UNA DONNA
inginocchiata a terra che tiene la testa di UN UOMO
sanguinante.
YAASAR
Sono un medico signora.
LA DONNA
MIO MARITO!
Yaasar tocca il polso all'uomo. Guarda la donna negli occhi.
YAASAR
Mi spiace...non c'è niente
da fare.
Un gruppo di PERSONE circonda Yaasar e la donna.
Due SIGNORE ANZIANE aiutano la donna ad alzarsi.
Yaasar ha gli occhi lucidi, si morde le labbra.
Una RAGAZZA, sui venticinque anni, capelli neri e occhi
scuri. Si fa spazio tra le persone e si avvicina a Yaasar.
LA RAGAZZA
Ciao...ho sentito che sei un
medico. Mia sorella ha una
ferita al braccio.
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YAASAR
Vengo a vederla. Portami da
lei.
Yaasar prende la tanica. Lui e la ragazza si incamminano.
Si guardano negli occhi. Lei si tocca i capelli, sorride.
LA RAGAZZA
Mi chiamo MARAM.
YAASAR
Io sono Yaasar. Maram...
come Maram al-Masri?
MARAM
Si, come lei, la scrittrice.
Mia madre la adora...
YAASAR
(si tocca la barba)
Ha gusto tua madre.
Yaasar prende dalla tasca interna della giacca il libro, lo
porge a Maram.
MARAM
Non ci credo...Salwa Al Neimi.
La mia preferita...
YAASAR
Ce l'ho dietro per caso.
MARAM
Non esiste il caso. Eccoci,
siamo arrivati.
Un pallone rotola ai piedi di Yaasar. Dei BAMBINI alla fine
della strada lo guardano aspettando la palla.
BAMBINI
DAI FORZA! TIRA!
Yaasar fa tre passi indietro e calcia forte col destro.
La palla finisce sul vetro laterale di un'auto ferma e il
vetro va in mille pezzi. I bambini ridono, Maram prende
Yaasar per la mano. Ride anche lei.
MARAM
Non sei granchè a calcio, eh?
Dai vieni...
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Continua...
Sceneggiatura cortometraggio (estratto)
"Collana gitana" di Franco Vigerelli
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SINOSSI:
Mala è una ragazza Rom che viene incolpata di un furto non
commesso. Andrea è un ragazzo che prende le difese di Mala
e la sottrae dalla violenza di un passante. Tra i due nasce una
simpatia e un'attrazione fisica, ma devono scontrarsi con i
pregiudizi degli altri e con le differenze culturali.
FADE IN
1 -EST. ZONA CISANELLO – PISA – GIORNO.
MALA, una ragazza Rom (20), capelli neri ed occhi neri,
cammina per la strada ed incrocia sul marciapiede una
RAGAZZA BIONDA (20), con una borsa sulla spalla.
All'improvviso spunta fuori un UOMO (30), ruba la borsa
alla ragazza bionda e sparisce correndo.
RAGAZZA BIONDA
AIUTO!
Dei PASSANTI si fermano, tra questi un UOMO (35) se la
prende con Mala, la spinge violentemente a terra. ANDREA,
capelli e occhi castani (25), interviene e ferma l'uomo prima
che si accanisca su Mala.
L'UOMO
(indicando la ragazza
rom)
E' STATA LEI!
RAGAZZA BIONDA
(piangendo)
No...non ha fatto niente...
L'UOMO
Chiamo la polizia.
Andrea aiuta Mala a rialzarsi. Vede che le sanguina il
braccio.
ANDREA
Vieni... andiamo al bar...va
pulita la ferita.
L'UOMO
Dove andate?
ANDREA
Dacci un taglio. Preoccupati
della ragazza piuttosto...
2 -INT. BAR – GIORNO.
Appena entrati, il barista al bancone li guarda con occhi
sospetti.
IL BARISTA
Che volete? Non voglio rogne.
ANDREA
Si è fatta male...va in bagno
a pulirsi la ferita.
Il barista scuote la testa.
ANDREA
(continua)
Cosa?
IL BARISTA
Hai capito...levate le tende.
Andrea lo manda al diavolo con un gesto della mano.
ANDREA
(alla ragazza rom)
Andiamo a casa dei miei... è
dietro l'angolo.
INT. CASA GENITORI DI ANDREA – GIORNO.
Mala è seduta su una sedia in cucina. Andrea prende l'acqua
ossigenata e le pulisce la ferita.
MALA
Come ti chiami?
ANDREA
Andrea.
MALA
Io sono Mala. Grazie per
quello che fai.
Andrea sorride, poi guarda i bracciali che Mala porta dai
polsi fino ai gomiti. Tutti quei colori contrastano con la
carnagione olivastra di Mala.
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MALA
(continua)
Ti piacciono?
ANDREA
Si...ti stanno benissimo.
Mala mostra ad Andrea la collana che ha al collo.
MALA
Il mio nome significa collana.
I bracciali e le collane sono
dei portafortuna.
Andrea prende una garza, la stringe intorno alla ferita.
ANDREA
Fatto...sanguina ancora...
ma te guarda quell'idiota...
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Continua...